Chi canta prega due volte – 5) Ora mi fermo

“Chi canta prega due volte”

“Chi canta prega due volte”, questa espressione è stata attribuita a sant’Agostino, ma il realtà lui non l’ha mai detta. Con questa frase si è voluto sintetizzare un suo pensiero: il vescovo di Ippona considerava fondamentale il canto nella preghiera.
L’essere umano per natura si interroga in continuazione su Dio e molti cantanti lo fanno attraverso la loro arte. In questa rubrica prenderemo in considerazione 5 brani cercando di trovare alcuni spunti che possano aiutarci a riflettere.

5) ORA MI FERMO – Reale

In questa ultima tappa di “Chi canta prega due volte”, desidero fermarmi a pregare e invito voi a farlo insieme a me. Aiutati da questa canzone, che ho scoperto per caso, fermiamoci con il buon Dio. Mi rendo conto che mi faccio sovrastare dalle tante cose da pensare, da fare. Adesso è tempo di fermarmi e, prima di tutto, ringraziare…

Eccomi, io sono ancora qui
a chiederti di
poter ricominciare un’altra volta.
Sono già stato in mille città
a cercare chi
aprisse a questo cuore la sua porta…
Ora mi fermo, e resto con Te
lascio nel mondo il suo rumore
perché in questo mio vagare
nessun altro mai mi ha amato come Te
Ora mi fermo, e riposo in Te
smetto per sempre di cercare,
di nascondermi o scappare
perché il senso che non c’era adesso c’è
e sei Te.
Sei Te, fuoco che libera
Te, luce che annienta le tenebre,
Te, cura dell’anima, gioia che illumina,
esplodi in me.

 

Chi canta prega due volte – 4) Spiritual

“Chi canta prega due volte”

“Chi canta prega due volte”, questa espressione è stata attribuita a sant’Agostino, ma il realtà lui non l’ha mai detta. Con questa frase si è voluto sintetizzare un suo pensiero: il vescovo di Ippona considerava fondamentale il canto nella preghiera.
L’essere umano per natura si interroga in continuazione su Dio e molti cantanti lo fanno attraverso la loro arte. In questa rubrica prenderemo in considerazione 5 brani cercando di trovare alcuni spunti che possano aiutarci a riflettere.

4) SPIRITUAL – Fabrizio De André

De André, il contestatore. Questo è il cliché che gli è stato cucito addosso.
Contestatore è stato sicuramente. Con il sarcasmo e l’ironia, oltre che con la dura protesta.
Ma è stato, per esempio, anche un grande poeta d’amore. Le sue canzoni più belle sono dedicate a questo eterno sentimento: Marinella, Via del Campo, Geordie… non sono poesie d’amore?
Eppure c’è un aspetto, a mio parere, che percorre tutta la sua produzione, da principio alla fine, che costituisce l’anima di questo grandissimo artista e senza il quale la sua personalità non può essere compresa: il sentimento religioso.
Il mistero di Dio lo ha sempre affascinato, fin dagli esordi della carriera; nel suo Volume I, del 1967, ci sono ben 3 canti dedicati a questo tema. E l’ultimo, Anime Salve (1996), si conclude con “Smisurata preghiera”, il suo testamento spirituale: “Ricorda Signore questi servi disobbedienti alle leggi del branco; non dimenticare il loro volto”.
Tra questi, certamente, un posto speciale spetta a De André.
Il suo rapporto con la religione è stato spesso conflittuale; ma ha saputo riconoscere in Cristo “il più grande rivoluzionario della storia” (La buona Novella, 1970), e non ha avuto paura di affrontare nelle sue canzoni il tema della morte e dell’eternità.
Mi si dica, come controprova, quanti altri artisti di musica leggera hanno avuto il coraggio di affrontare questi argomenti.
De André non solo non si è vergognato di proporre questi temi, ma ne ha sentito agostinianamente l’inquietudine e l’ha cantata con lucida sincerità.
Davvero uno spirito aperto e libero, in direzione ostinata e contraria, nei confronti di coloro che sempre più egoisticamente si lasciano alle spalle gli interrogativi più veri e un’umanità sofferente e provata dalla vita.
Faber è stato un ricercatore dell’Assoluto, e lo ha invocato: “Dio del cielo, vienimi a salvare!”
Proprio questa invocazione troviamo nel canto “Spiritual” del 1967, tratto dal primo album registrato in studio.
Il canto riprende lo stile dei negro-spiritual (del tipo di “Pick a bale of cotton”).
Tra i campi di cotone, o in quelli di granturco, dovunque ci sia fatica e sfruttamento, Dio scenda dal cielo per dare una mano all’uomo.

 

Chi canta prega due volte -3) Come ti ama Dio

“Chi canta prega due volte”

“Chi canta prega due volte”, questa espressione è stata attribuita a sant’Agostino, ma il realtà lui non l’ha mai detta. Con questa frase si è voluto sintetizzare un suo pensiero: il vescovo di Ippona considerava fondamentale il canto nella preghiera.
L’essere umano per natura si interroga in continuazione su Dio e molti cantanti lo fanno attraverso la loro arte. In questa rubrica prenderemo in considerazione 5 brani cercando di trovare alcuni spunti che possano aiutarci a riflettere.

3) COME TI AMA DIO

“Io vorrei saperti amare come Dio”. Come sarebbe bello riuscirci! Questa è senza alcun dubbio la mia canzone preferita. Con poche e semplici parole descrive l’amore di Dio, assolutamente gratuito, senza chiedere nulla in cambio. Dio che da papà, ci tiene per mano, nel cammino della vita, ma lo fa lasciandoci la piena libertà di fare le nostre scelte in autonomia. Il suo amore è talmente grande che anche quando ci allontaniamo da Lui (e capita a tutti, anche ai più santi), il buon Dio continua a seguirci vegliando su di noi e non si stanca mai di attendere il nostro ritorno, anzi, ogni volta che facciamo un passo verso di Lui, non sta più nella pelle e ci corre incontro.

Dobbiamo provare anche noi ad amare in questo modo, è molto difficile, ma è necessario provarci e non per gioco, ma mettendocela tutta.

Riuscire a vivere in questo modo l’amore di coppia sarebbe meraviglioso.
Ti amo per quello che sei, non per quello che mi dai.
Ti amo perché non sei di mia proprietà, ma sei parte di me.
Ti amo e proprio per questo ti lascio libera di spiccare il volo, perché hai tu l’ala che mi manca per volare; solo io e te insieme voliamo veramente.
Ti amo perché la cosa più importante per me è il tuo bene, siamo una cosa sola, perciò se tu stai bene, di conseguenza a me non manca nulla.
Ti amo, sono felice perché esisti, e cercherò sempre di darti il meglio di me.