PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 7 ottobre 2015
Famiglia – 28. Spirito famigliare
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Da pochi giorni è iniziato il Sinodo dei Vescovi sul tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”. La famiglia che cammina nella via del Signore è fondamentale nella testimonianza dell’amore di Dio e merita perciò tutta la dedizione di cui la Chiesa è capace. Il Sinodo è chiamato ad interpretare, per l’oggi, questa sollecitudine e questa cura della Chiesa. Accompagniamo tutto il percorso sinodale anzitutto con la nostra preghiera e la nostra attenzione. E in questo periodo le catechesi saranno riflessioni ispirate da alcuni aspetti del rapporto – che possiamo ben dire indissolubile! – tra la Chiesa e la famiglia, con l’orizzonte aperto al bene dell’intera comunità umana.
Uno sguardo attento alla vita quotidiana degli uomini e delle donne di oggi mostra immediatamente il bisogno che c’è ovunque di una robusta iniezione di spirito famigliare. Infatti, lo stile dei rapporti – civili, economici, giuridici, professionali, di cittadinanza – appare molto razionale, formale, organizzato, ma anche molto “disidratato”, arido, anonimo. Diventa a volte insopportabile. Pur volendo essere inclusivo nelle sue forme, nella realtà abbandona alla solitudine e allo scarto un numero sempre maggiore di persone.
Ecco perché la famiglia apre per l’intera società una prospettiva ben più umana: apre gli occhi dei figli sulla vita – e non solo lo sguardo, ma anche tutti gli altri sensi – rappresentando una visione del rapporto umano edificato sulla libera alleanza d’amore. La famiglia introduce al bisogno dei legami di fedeltà, sincerità, fiducia, cooperazione, rispetto; incoraggia a progettare un mondo abitabile e a credere nei rapporti di fiducia, anche in condizioni difficili; insegna ad onorare la parola data, il rispetto delle singole persone, la condivisione dei limiti personali e altrui. E tutti siamo consapevoli della insostituibilità dell’attenzione famigliare per i membri più piccoli, più vulnerabili, più feriti, e persino più disastrati nelle condotte della loro vita. Nella società, chi pratica questi atteggiamenti, li ha assimilati dallo spirito famigliare, non certo dalla competizione e dal desiderio di autorealizzazione.
Ebbene, pur sapendo tutto questo, non si dà alla famiglia il dovuto peso – e riconoscimento, e sostegno – nell’organizzazione politica ed economica della società contemporanea. Vorrei dire di più: la famiglia non solo non ha riconoscimento adeguato, ma non genera più apprendimento! A volte verrebbe da dire che, con tutta la sua scienza, la sua tecnica, la società moderna non è ancora in grado di tradurre queste conoscenze in forme migliori di convivenza civile. Non solo l’organizzazione della vita comune si incaglia sempre più in una burocrazia del tutto estranea ai legami umani fondamentali, ma, addirittura, il costume sociale e politico mostra spesso segni di degrado – aggressività, volgarità, disprezzo… –, che stanno ben al di sotto della soglia di un’educazione famigliare anche minima. In tale congiuntura, gli estremi opposti di questo abbrutimento dei rapporti – cioè l’ottusità tecnocratica e il familismo amorale – si congiungono e si alimentano a vicenda. Questo è un paradosso.
La Chiesa individua oggi, in questo punto esatto, il senso storico della sua missione a riguardo della famiglia e dell’autentico spirito famigliare: incominciando da un’attenta revisione di vita, che riguarda sé stessa. Si potrebbe dire che lo “spirito famigliare” è una carta costituzionale per la Chiesa: così il cristianesimo deve apparire, e così deve essere. E’ scritto a chiare lettere: «Voi che un tempo eravate lontani – dice san Paolo – […] non siete più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio» (Ef 2,19). La Chiesa è e deve essere la famiglia di Dio.
Gesù, quando chiamò Pietro a seguirlo, gli disse che lo avrebbe fatto diventare “pescatore di uomini”; e per questo ci vuole un nuovo tipo di reti. Potremmo dire che oggi le famiglie sono una delle reti più importanti per la missione di Pietro e della Chiesa. Non è una rete che fa prigionieri, questa! Al contrario, libera dalle acque cattive dell’abbandono e dell’indifferenza, che affogano molti esseri umani nel mare della solitudine e dell’indifferenza. Le famiglie sanno bene che cos’è la dignità del sentirsi figli e non schiavi, o estranei, o solo un numero di carta d’identità.
Da qui, dalla famiglia, Gesù ricomincia il suo passaggio fra gli esseri umani per persuaderli che Dio non li ha dimenticati. Da qui Pietro prende vigore per il suo ministero. Da qui la Chiesa, obbedendo alla parola del Maestro, esce a pescare al largo, certa che, se questo avviene, la pesca sarà miracolosa. Possa l’entusiasmo dei Padri sinodali, animati dallo Spirito Santo, fomentare lo slancio di una Chiesa che abbandona le vecchie reti e si rimette a pescare confidando nella parola del suo Signore. Preghiamo intensamente per questo! Cristo, del resto, ha promesso e ci rincuora: se persino i cattivi padri non rifiutano il pane ai figli affamati, figuriamoci se Dio non darà lo Spirito a coloro che – pur imperfetti come sono – lo chiedono con appassionata insistenza (cfr Lc 11,9-13)!
Saluti:
Je suis heureux d’accueillir les pèlerins de langue française venant de France et de Suisse. Je salue chaleureusement toutes les familles, particulièrement les familles de réfugiés venant d’Irak, présentes à cette audience. Je vous invite à accompagner de votre prière et de votre attention les travaux du synode ! Que Dieu vous bénisse !
[Sono lieto di accogliere i pellegrini di lingua francese provenienti dalla Francia e dalla Svizzera. Saluto calorosamente tutte le famiglie, particolarmente quelle dei rifugiati venuti dall’Iraq presenti a questa Udienza. Vi invito ad accompagnare e sostenere con la vostra preghiera i lavori del Sinodo. Che Dio vi benedica!]
I offer an affectionate greeting to all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, including those from England, Scotland, Ireland, the Faroe Islands, Gibraltar, the Netherlands, Norway, Nigeria, Indonesia, Japan, Malaysia, the Philippines, Canada and the United States. I ask you to continue to pray for the Synod on the Family, and to recommit your families to Christ. May you always be witnesses to his mercy and love in the world. God bless you all!
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua inglese presenti a questa Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Irlanda, Isole Far-Oer, Gibilterra, Paesi Bassi, Norvegia, Nigeria, Indonesia, Giappone, Malesia, Filippine, Canada e Stati Uniti. Vi chiedo di continuare a pregare per il Sinodo sulla famiglia e di riaffidare le vostre famiglie a Cristo. Possiate esseri i testimoni del Suo amore e della Sua misericordia nel mondo. Dio vi benedica tutti!]
Herzlich heiße ich die Besucher deutscher Sprache willkommen. Insbesondere begrüße ich die Pilger aus dem Bistum Münster, die Schulgruppe des Gymnasiums Schloss Neuhaus in Paderborn und die Messdiener aus dem Erzbistum Köln sowie die Jugendlichen, die an der Informationswoche der Schweizergarde teilnehmen. Am heutigen Rosenkranzfest vertrauen wir die Familien der Jungfrau Maria an, der Königin der Familie, und ich lade euch ein, die Bischofssynode mit eurem Gebet zu begleiten. Der Herr segne euch alle.
[Con affetto do il benvenuto ai visitatori di lingua tedesca. Saluto in particolare i pellegrini della Diocesi di Münster, gli allievi del liceo Schloss Neuhaus di Paderborn e i ministranti dell’Arcidiocesi di Colonia, nonché i giovani venuti per la settimana di informazione della Guardia Svizzera. Nell’odierna festa della Madonna del Rosario affidiamo le famiglie a Maria, Regina della famiglia, e vi invito ad accompagnare il Sinodo dei Vescovi con la preghiera. Il Signore vi benedica tutti.]
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los venidos de España y Latinoamérica. Invito a todos a invocar la intercesión de Nuestra Señora del Rosario por los trabajos del Sínodo. Muchas gracias.
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua spagnola, in particolare quelli venuti dalla Spagna e dall’America latina. Invito tutti a invocare l’intercessione di Nostra Signora del Rosario per i lavori del sinodo. Molte grazie.]
Saúdo os peregrinos de língua portuguesa, particularmente os fiéis da paróquia da Graça. Unidos na oração pelo Sínodo dos Bispos, faço votos de que a vossa peregrinação a Roma fortaleça, no amor divino, os vínculos de cada um com a sua família, com a comunidade eclesial e com a sociedade. Que Nossa Senhora vos acompanhe e proteja!
[Saluto i pellegrini di lingua portoghese, in particolare i fedeli della parrocchia della Graça. Uniti nella preghiera per il Sinodo dei Vescovi, auguro che il vostro pellegrinaggio a Roma rafforzi, nell’amore divino, i vincoli di ciascuno con la propria famiglia, con la comunità ecclesiale e con la società. La Madonna vi accompagni e vi protegga. ]
أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربيّة، وخاصةً بالقادمينَ من الشرق الأوسط، ونخُصّ بالذكر عددًا من اللاجئين العراقيّين الحاضرين معنا هنا اليوم. أيّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاء، لنصلِّ لكي يعرف آباء السينودس أنْ يستقوا من كنز التقليد الحيّ كلمات تعزية وتوجيهات رجاء من أجل العائلات المدعوّة لبناء مُستقبل الجماعة الكنسيّة. ليبارككُم الربّ!
[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente e in modo specialeal gruppo di rifugiati iracheni presenti qui oggi con noi. Cari fratelli e sorelle, preghiamo perché i Padri sinodali sappiano attingere dal tesoro della viva tradizione parole di consolazione e orientamenti di speranza per le famiglie chiamate a costruire il futuro della comunità ecclesiale. Il Signore vi benedica!]
Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów. W sposób szczególny witam liczną grupę pracowników i wolontariuszy Caristas Diecezji Koszalińsko-Kołobrzeskiej, jak również zakonników i zakonnice, którzy w różnych stronach świata prowadzą duszpasterstwo polskiej emigracji. Kochani, jednoczy was duch wiary i miłości Chrystusa, którego z zaangażowaniem usiłujecie nieść wszystkim, którzy potrzebują waszego materialnego i duchowego wsparcia. Matce Bożej Różańcowej, patronce dnia dzisiejszego, zawierzam was i tych, którym służycie. Jej matczyna opieka niech będzie dla was źródłem pokoju i siły. Niech Bóg błogosławi wszystkich was tu obecnych i waszych najbliższych.
[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. In particolare do il benvenuto al folto gruppo degli operatori e dei volontari della Caritas della Diocesi di Koszalin-Kolobrzeg, nonché i religiosi e le religiose che in varie parti del mondo svolgono la pastorale dei migranti polacchi. Carissimi, vi unisce lo spirito di fede e di amore di Cristo che con impegno cercate di portare a tutti quelli che hanno bisogno del vostro sostegno materiale e spirituale. Alla Madonna del Rosario, Patrona della giornata odierna, affido voi e tutti coloro che servite. La Sua materna assistenza sia fonte di serenità e di forza. Dio benedica tutti voi qui presenti e i vostri cari.]
S láskou vítam slovenských pútnikov, osobitne farské skupiny.
Drahí bratia a sestry, Cirkev si dnes v liturgii pripomína Pannu Máriu Ružencovú. Podľa príkladu svätého Jána Apoštola prijmite ju aj vy do svojích domovov a dajte jej priestor vo vašom každodennom živote.
Všetkých vás žehnám.
[Con affetto do il benvenuto ai pellegrini slovacchi, in particolare ai gruppi parrocchiali.
Cari fratelli e sorelle, la Chiesa oggi fa memoria della Beata Maria Vergine del Rosario. Sull’esempio di San Giovanni Apostolo anche voi accogliete Maria nelle vostre case e fateLe spazio nella vostra esistenza quotidiana.
A tutti voi la mia Benedizione.]
Szeretettel köszöntöm a magyar zarándokat, akik Budapestről és Gyulafehérvárról érkeztek, Tamás József segédpüspök kíséretében. Isten éltessen! Különösen is köszöntöm a Szépvíz kórus karmesterét és tagjait.
Holnap üljük meg Magyarok Nagyasszonya ünnepét. Az Ő közbenjárását kérve szívből adom Kedves Mindannyiotokra apostoli áldásomat.
[Saluto cordialmente i pellegrini ungheresi di Budapest e della Arcidiocesi di Alba Iulia, accompagnati dal Vescovo Mons. Giuseppe Tamás, Isten éltessen! Un saluto speciale porgo al maestro e ai membri del coro Sepviz.
Domani ricorre la festa della Magna Domina Hungarorum. Chiedendo la sua intercessione, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.]
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto in modo particolare Mons. Vincenzo Paglia e i collaboratori del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ringraziandoli per l’impegno nell’organizzazione dell’VIII° Incontro Mondiale delle famiglie a Filadelfia.
Sono lieto di accogliere i partecipanti al Corso promosso dai Missionari Verbiti e l’Associazione italiana delle famiglie con malati affetti dalla sindrome di Von Hippel-Lindau. Saluto il Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta; i militari di Caserta, Avellino e Napoli e i membri dell’Associazione italiana di Medicina Nucleare. Auguro a tutti che la visita presso le tombe degli Apostoli sia un’occasione per rinvigorire la gioia della fede.
Porgo un pensiero speciale ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi celebriamo la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario. Cari giovani, la speranza che abita il cuore di Maria vi infonda coraggio di fronte alle grandi scelte della vita; cari ammalati, la fortezza della Madre ai piedi della croce vi sostenga nei momenti più difficili; cari sposi novelli, la tenerezza materna di Colei che ha accolto nel grembo Gesù accompagni la nuova vita familiare che avete appena iniziato.