Martedì 28 Marzo 2017

Martedì 28 Marzo 2017
Martedì della IV settimana di Quaresima

Dal Vangelo secondo Giovanni
(Gv 4,43-54)

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

Parola del Signore

IL MIO BREVE PENSIERO:

“Vuoi guarire?” Resto sempre perplesso dell’ovvietà delle domande del Signore Gesù. Almeno all’apparenza. Poi, scavando, scopro una sottile e attualissima sensibilità del Signore, una conoscenza fuori dell’ordinario, per un uomo del suo tempo, dei meccanismi e delle capacità di analisi dell’inconscio umano che Gesù possedeva. A tutti verrebbe da dire: “Certo che sì! Ma che cavolo di domande poni?” Invece il paralitico è sincero: “Nessuno mi porta in acqua”. No, non era per nulla scontato guarire. Mendicante da sempre, il paralitico si è fatto una ragione della sua malattia e ne trae un mezzo di sussistenza. Si aspetta dagli altri di essere messo nell’acqua, dagli altri una soluzione. La domanda del Signore è, perciò, straordinariamente rispettosa. Vuoi guarire? Sei disposto a cambiare vita, a mettere del tuo? Spesso solo a parole vogliamo uscire da una situazione di sofferenza o di peccato: è molto più semplice cercare delle soluzioni improvvisate che mettere in discussione un proprio atteggiamento consolidato negli anni. Il Signore conosce questa sottile arma dell’avversario: il pantano nebbioso e rassegnato in cui ci fermiamo aspettando il miracolo. E ci chiede, da adulto: davvero vuoi cambiare? Quaresima è un’occasione di cambiamento, non una devota penitenza, quaresima è l’occasione di convertire il nostro cuore. Ma solo se lo vogliamo davvero…

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