QUARESIMA 2020
– Ogni giorno alle 12 accompagnerò il Vangelo con una riflessione.
– Il sabato alle 14 confermato il nostro appuntamento col “La Parola della Domenica”.
– da lunedì 16 a venerdì 20 marzo alle ore 20 proporrò una mia breve riflessione spirituale.
Giovedì 12 Marzo 2020
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma. Ma Abramo rispose: Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi. E quello replicò: Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui replicò: No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti».
Parola del Signore
Commento:
Il ricco epulone non prende consapevolezza della realtà, potremmo aggiungere come in terra così in cielo. In terra non si accorge del povero Lazzaro e in cielo, o comunque nell’aldilà visto che di azzurro ne vedrà poco all’inferno, il riccone continua a considerare Lazzaro come un servo perpetuo, uno che deve sottostare. “Padre Abramo abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua”. Come se nulla fosse. Si rivolge ad Abramo con grande rispetto, e questo denota una certa religiosità, ma continua a comportarsi con atteggiamenti denigratori e svalutanti verso il povero. Ancora non comprende che lui è negli inferi tra i tormenti e Lazzaro invece in Paradiso. Non è ad Abramo che deve chiedere pietà, ma a Lazzaro. Al povero che non ha mai guardato in terra, che non ha mai salutato, della cui condizione miserevole e sofferente non si è mai accorto, preso com’era dai suoi lauti banchetti. E’ l’atteggiamento del superficiale, del frivolo, dell’irriflessivo di chi è pieno al punto di non vedere più nulla fuori di sé. L’uomo nella prosperità non comprende, recita il salmo. Ma il ricco epulone continua a non comprendere anche quando la situazione è evidente. Ora non vorrei cadere nel giudizio, ma oggi quante strette di vite ci sono volute da parte del presidente Conte per farci prendere consapevolezza della situazione. Eppure ancora oggi sul giornale troviamo i soliti furbetti, ad esempio quelli che risiedono a Courmayeur che pur di non terminare la vacanza, se ne vanno in Francia. Ho visto un tweet dove una mamma si stimava della figlia che da giorni riceve insistenti telefonate di amici che chiedono di incontrarsi. E lei risponde: Se tu pensi che la vita dei nostri nonni valga meno della tua, non abbiamo altro da dirci. E riattacca. Bravissima! Ma quanti non prendono consapevolezza della realtà Come se nulla fosse! Tutti epuloni dentro. Forse, se una cosa buona farà il virus, sarà riportarci all’essenziale, a riconsiderare la realtà quotidiana, i piccoli segni. E’ l’assenza che chiarisce ciò che più amiamo diceva Gibran.
Pace e bene!
Luca
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