DOMENICA 23 OTTOBRE 2016
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
«O Dio, abbi pietà di me peccatore».
Liturgia della Parola
Antifona d’ingresso
Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
accresci in noi la fede, la speranza e la carità,
e perché possiamo ottenere ciò che prometti,
fa’ che amiamo ciò che comandi.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Oppure:
O Dio, tu non fai preferenze di persone
e ci dai la certezza
che la preghiera dell’umile penetra le nubi;
guarda anche a noi come al pubblicano pentito,
e fa’ che ci apriamo
alla confidenza nella tua misericordia
per essere giustificati nel tuo nome.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
PRIMA LETTURA
Sir 35,15-17.20-22
Dal libro del Siràcide
Il Signore è giudice
e per lui non c’è preferenza di persone.
Non è parziale a danno del povero
e ascolta la preghiera dell’oppresso.
Non trascura la supplica dell’orfano,
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
Chi la soccorre è accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
La preghiera del povero attraversa le nubi
né si quieta finché non sia arrivata;
non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto
e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità.
Parola di Dio
Salmo responsoriale
Sal 33
Il povero grida e il Signore lo ascolta.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.
SECONDA LETTURA
2Tm 4,6-8.16-18
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio
Alleluia, alleluia.
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione.
Alleluia.
VANGELO
Lc 18,9-14
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Parola del Signore
Breve riflessione personale:
Trovate la mia riflessione audio e di seguito quella scritta, così potete scegliere la più utile per la vostra meditazione.
—
Nella parabola di questa Domenica, ci vengono presentati due modi diversi di pregare. Un fariseo e un pubblicano sono al Tempio. Il primo sta in piedi, davanti e ringrazia Dio per come è lui: è un ottimo credente, fa l’elenco delle cose buone che compie. Gesù non gli rimprovera questo, ma fa notare la sua caduta di stile, quando si mette ringraziare Dio per non essere come quel pubblicano.
Attenzione, Gesù non dice che il pubblicano si comporta bene: è un peccatore pubblico che si è arricchito approfittando degli altri, che ha fatto un sacco di compromessi con i romani, ma sta in fondo e chiede pietà. Ecco i due modi differenti di pregare.
Il fariseo è pieno di sé, si dimentica che ognuno di noi è unico agli occhi di Dio e non serve confrontarsi con gli altri, l’unico confronto che possiamo fare è con ciò che Dio ha sognato di noi, con quello che potremmo essere, di quello che io sono chiamato a diventare, nessuno degli altri può fare il mio stesso percorso.
Il fariseo è talmente pieno di sé che non ha più spazio per Dio, il pubblicato, al contrario di spazio ne ha tanto, perché è consapevole del vuoto che porta nel cuore, sa di aver buttato via gran parte della sua vita.
I due, dice Gesù,escono dal tempio in modo diverso, il primo pieno delle sue convinzioni che non lasciano più spazio a Dio, nel secondo, anche se non sappiamo, se alla fine si convertirà o se andrà avanti per la sua strada, c’è un’apertura, in lui qualcosa potrebbe cambiare.
Allora, Signore aiutami a fare in modo che, le esperienze di fallimento, lo scontrarmi con i miei limiti, gli errori che faccio, siano tutte occasioni, per non farmi dimenticare, che il vuoto che mi lasciano dentro devo farlo riempire da Te. Signore, riempi il mio vuoto con il tuo amore e la tua misericordia.
—
Buona domenica a Tutti! Pace e bene!
Luca