DOMENICA 20 AGOSTO 2017
XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
«Donna, grande è la tua fede!».
Liturgia della Parola
Antifona d’ingresso
O Dio, nostra difesa,
contempla il volto del tuo Cristo.
Per me un giorno nel tuo tempio,
è più che mille altrove.
Colletta
O Dio, che hai preparato beni invisibili
per coloro che ti amano,
infondi in noi la dolcezza del tuo amore,
perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa,
otteniamo i beni da te promessi,
che superano ogni desiderio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Oppure:
O Padre, che nell’accondiscendenza del tuo Figlio
mite e umile di cuore
hai compiuto il disegno universale di salvezza,
rivestici dei suoi sentimenti,
perché rendiamo continua testimonianza
con le parole e con le opere
al tuo amore eterno e fedele.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
PRIMA LETTURA
Is 56,1.6-7
Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«Osservate il diritto e praticate la giustizia,
perché la mia salvezza sta per venire,
la mia giustizia sta per rivelarsi.
Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo
e per amare il nome del Signore,
e per essere suoi servi,
quanti si guardano dal profanare il sabato
e restano fermi nella mia alleanza,
li condurrò sul mio monte santo
e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera.
I loro olocausti e i loro sacrifici
saranno graditi sul mio altare,
perché la mia casa si chiamerà
casa di preghiera per tutti i popoli».
Parola di Dio
Salmo responsoriale
Sal 66
Popoli tutti, lodate il Signore.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.
Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.
Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.
SECONDA LETTURA
Rm 11,13-15.29-32
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, a voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti?
Infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!
Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia.
Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!
Parola di Dio
Alleluia, alleluia.
Gesù annunciava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di infermità nel popolo.
Alleluia.
VANGELO
Mt 15,21-28
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Parola del Signore
Riflessione personale:
Una legge vecchia, come il mondo ch’è costretta a sostenere: il maschile – fosse pure quello di Dio – di fronte al femminile sbanda completamente. Sarà forse per quella forza tutta femmina ch’è destinata a sostenere da sola le risse del mondo e a spiegare agli uomini le loro leggi: di certo è che dalle origini fino alle moderne camere surriscaldate delle maternità sono loro a dover reggere le sorti del mondo, della fede e pure di Dio. Se lo sono allattate, l’hanno accudito e custodito, l’hanno contemplato trafitto e squartato. Se lo sono raccolte con pietà di donna per poi gustarsi la sua assente presenza in quel mattino di Pasqua tutto ebraico. Gli apostoli – avventurieri esagerati nel parlare di coraggio – se ne stavano dormienti nel cenacolo e si sono persi l’anteprima, rubata da quei passi di donna ai quali pure allora toccò di tenere accesa la speranza durante la notte del Calvario. Credere per loro è sempre non cedere: alla disperazione, ai contrattempi, ai ritardi di Lui e di noi, ai disavanzi di attenzione. Gli uomini cedono per non sentire più la loro voce, perché quell’insistente perseveranza data loro dalla natura sembra rubare loro la vicinanza di Dio: “Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!”. Dalle un tozzo di pane e che taccia: in fin dei conti per chi qualche week-end addietro ha sfamato una pianura di gente sarà sempre e solo un gioco da dilettante. Quattro briciole bastano: il pasto dei cani sotto la tavola, dei passeri sul davanzale, dei gatti che miagolano sotto il lavandino della cucina. “E’ vero, Signore – disse la donna -, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”.
Ha saziato la sete di prostitute e riaccreditato i loro corpi scrivendo sulla sabbia. Cosa importano i loro peccati insudiciati di lacrime? Loro almeno i segreti li sanno tenere con orecchie discrete e cuori accaldati: le comari, invece, distruggono i legami. Eccola la donna Cananéa, giunta puntuale per ricordare pure a Lui – uomo straniero allattato all’umano da una Donna – che la storia sacra non s’annida nel silenzio dei conventi o nella compostezza del cenacolo, la si alimenta e si feconda in mezzo al sangue e alle macerie dell’umanità. Oggi l’occasione per la storia sacra s’annida sotto il tavolo, il tabernacolo nel quale è custodita la presenza delle donne-cagnolino. Toccherà a Lui, stavolta, – e loro apostoli saranno chiamati a custodire l’eredità – obbedire a tale insistenza. E’ dai tempi di Noè che, costretti o convinti, si deve accettare: l’obbedienza della fede rimane l’unico sbaraglio salutare. “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. Che i tuoi desideri siano colori per i giorni a venire, donna.
In italiano la grammatica distingue il maschile dal femminile con la lettera finale di nomi, aggettivi e pronomi. Nell’ebraico della Scrittura la distinzione passa anche attraverso i verbi. Cosicché all’uomo è chiesto di ricordare, alla donna di incidere. Si ricorda e si tramanda la legge, si incide e si riproduce la vita. E pure la fede, che della vita è la sfumatura che le attribuisce un senso, una eco, un volteggiare d’ali per poter alzarsi dalle miserie del tempo e scatenarsi come bagliore di speranza. Perché anche i cagnolini si cibano di ciò che cade dalla tavola dei loro padroni.
Oggi è una donna Cananéa a stringere i denti per permettere alla speranza di non rattrappire. Domattina sarà una donna Nazaretana a reggere le sorti del mondo: la sua Assunzione, in tempi di crisi, sarà a tempo indeterminato. Perché prima di tutto all’uomo servono motivi per sperare. Di tutto il resto ci s’accorge per conseguenza. E la speranza nella Scrittura tiene il passo discreto e deciso della donna: “Davvero grande è la tua fede, donna”. Detto da Lui non è un semplice complimento.
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Buona settimana a tutti! Che il Signore vi dia Pace!
Luca