DOMENICA 11 FEBBRAIO 2018
VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
Liturgia della Parola
Antifona d’ingresso
Sii per me difesa, o Dio,
rocca e fortezza che mi salva,
perché tu sei mio baluardo e mio rifugio;
guidami per amore del tuo nome.
Colletta
O Dio, che hai promesso di essere presente
in coloro che ti amano
e con cuore retto e sincero custodiscono la tua parola,
rendici degni di diventare tua stabile dimora.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Oppure:
Risanaci, o Padre, dal peccato che ci divide,
e dalle discriminazioni che ci avviliscono;
aiutaci a scorgere anche nel volto del lebbroso
l’immagine del Cristo sanguinante sulla croce,
per collaborare all’opera della redenzione
e narrare ai fratelli la tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
PRIMA LETTURA
Lv 13,1-2.45-46
Dal libro del Levìtico
Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse:
«Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli.
Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro! Impuro!”.
Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento».
Parola di Dio
Salmo responsoriale
Sal 31
Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia.
Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.
Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.
Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia!
SECONDA LETTURA
1Cor 10,31-11,1
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
Parola di Dio
Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.
VANGELO
Mc 1,40-45
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Parola del Signore
Spazio della riflessione
«Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò».
Gesù chiede al lebbroso, guarito, il silenzio. Non vuole passare come un guaritore, come un santone, certo, ma vuole anche indicarci il silenzio come unica strada per riflettere sul dolore. Dio tace, di fronte al dolore, e lo porta con sé, lo salva, lo riempie di condivisione. Gesù non dona nessuna risposta al dolore, lo condivide con passione. Le nostre Bibbie non hanno avuto il coraggio della traduzione letterale, e noi troviamo un blando sentimento di “compassione” che Gesù rivolge al lebbroso. No: Gesù, letteralmente prova rabbia, stizza irrefrenabile verso il male, questa è la conferma, che Dio non vuole il male, ma il bene. Gesù vuole toccare il lebbroso che tutti evitano. Porta su di sé la lebbra. La assume, la salva. Non so se mi basta, ma questo gesto mi scuote nel profondo. Davanti al mistero del dolore, Gesù non dona risposte, ma soffre e ama. Non molto, ma uno spiraglio lo apre. Il dolore dell’uomo è un dolore che Dio condivide e assume. E, fra noi, possiamo, vivere aiutandoci a portare i dolori. (O sarebbe già molto non provocarli).
Un ultimo aspetto, che bello scambio tra i due protagonisti della fatto che ci racconta il Vangelo. da una parte la postura del lebbroso che si inginocchia, che tocca la nuda terra; dall’altra quella di Gesù che si abbassa e si china verso di lui e gli tende la mano. Da una parte una supplica fragile, una voce flebile, il tono dimesso e umile: se vuoi puoi guarirmi. Dall’altra l’autorevolezza, la Parola certa, la potenza della guarigione.
La Parola si fa preghiera:
Signore,
grazie, questo brano del Vangelo mi ci voleva proprio. Quanto sollievo nel sapere che anche con me ti chini e mi tendi la mano. Nei momenti di crisi, e di difficoltà che vivo Tu rimani al mio fianco e condividi con me il peso che porto.
Aiutami a affidarmi a te Signore e ad accogliere la tua mano tesa. Amen.
La Parola si fa azione concreta:
Cercherò di vivere con impegno la Quaresima ormai alle porte.
—
Cari amici, in Quaresima accompagnerò il Vangelo del giorno da un breve pensiero personale.
—
Buon settimana a tutti!
Il Signore vi benedica, vi protegga e vi doni tanta gioia!
Un abbraccio.
Luca