Francesco: un uomo come noi

“Francesco: un uomo come noi”

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Questo spazio vuol’essere una piccola oasi di gioia e speranza.
San Francesco d’Assisi, un uomo come noi, dopo una lunga e travagliata ricerca, ha trovato in Dio la Felicità.
Sarà lui, Francesco, il mio aiuto nell’annunciare con gioia la Speranza che io ho trovato in Gesù.

 

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Francesco: vita e contesto storico

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Contesto storico

Francesco è stato un ispirato in tutti sensi, ma sarebbe un errore grossolano toglierlo dal suo secolo e studiarlo fuori dal contesto storico in cui visse.                                                            

Quelli in cui Francesco cresceva, erano tempi di ferro, e l’intera Europa era un campo di battaglia. Con le guerre tra inglesi e francesi – Riccardo Cuor di Leone contro Filippo Augusto di Francia – si venivano a comporre le prime grandi nazioni europee, mentre l’Impero precipitava nella crisi per la morte immatura di Enrico VI, figlio del Barbarossa e padre di Federico II : la lotta per la successione accenderà in molte regioni aspri conflitti tra guelfi e ghibellini

Una miriade di guerre e guerriciole regionali e talora ferocemente campanilistiche, come quella che abbiamo visto scoppiare tra Assisi e Perugia e in cui era stato coinvolto il destino del giovane Francesco.

Agli inizi del secolo, poi, i crociati partiti nel 1202 per l’Oriente per quarta la crociata, avrebbero dirottato dalla loro sacra meta per impegnarsi nella conquista fratricida di Costantinopoli, senza mai toccare la Terra Santa

Eppure, in questo scenario di discordie e di sangue ecco sorgere in Borgogna, in Italia e in Ispagna le bianche cattedrali; e così in tutta l’Europa cristiana, dove l’opera colonizzatrice dei monaci cistercensi aveva fondato fiorenti villaggi agricoli. Gli Ordini monastico-cavallereschi, in cui si fondono gli ideali della cavalleria e lo spirito delle crociate, proteggono i pellegrini in Oriente e soccorrono gli stati cristiani minacciati; mentre ovunque sorgono lebbrosari, perché le prime crociate hanno portato in Europa il tragico retaggio della lebbra.

Col disboscamento delle foreste, il prosciugamento delle paludi, la costruzione di ponti e strade, in molti territori dell’Italia i centri abitati si moltiplicano; il risveglio dell’economia si ripercuote sullo sviluppo delle città, e con i traffici la mentalità degli uomini si trasforma.

Mercanti lanieri valicano le Alpi raggiungendo i lontani mercati francesi e fiamminghi: si tratta di viaggi avventurosi, attraverso strade malsicure con agguati, pedaggi e taglie; ma al ritorno in patria questi uomini pieni di iniziativa porteranno merci, idee nuove e ricchezza.

In questa felice fase di espansione economica e culturale si formano i linguaggi nazionali e le prime letterature volgari; ma è ancora il latino la lingua delle nascenti università, è il latino della Chiesa la lingua internazionale che unisce le varie regioni e che nei secoli cementerà con invisibili legami l’Europa cristiana.

In questa situazione storica la Chiesa viveva un periodo di decadenza, il clero era corrotto e regnava la simonia, inoltre si doveva fare i conti con la nascita di molte eresie che era necessario contrastare.

Il clero non era più rispettato, ma si imponeva ancora con la paura superstiziosa che gli proveniva dal potere.

In quegli anni spietati, in cui la forza bruta era tutto, sarebbe stato meglio per Roma aver trionfato con la dolcezza, con l’insegnamento e con la santità.

Il culto era ridotto alle cerimonie liturgiche, non aveva più nulla che facesse appello all’intelligenza, diventava sempre più una specie di formula magica che agiva da sé. Non si pensi tuttavia che ogni cosa in seno alla Chiesa fosse solo corruzione; ma come sempre avviene, il male faceva più rumore del bene e la voce di coloro che volevano una riforma creava solo movimenti passeggeri, senza Francesco d’Assisi, la Chiesa sarebbe forse andata a fondo.

La terza crociata, quella del Barbarossa e di Riccardo Cuor di Leone, aveva portato solo alla riconquista di San Giovanni d’Acri, ma non a quella di Gerusalemme, di cui s’era impadronito nel 1187 il Saladino.

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Francesco: testi e riflessioni

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“Conobbi Francesco un giorno mentre stavo tornando dal mercato: lo vedo e ne resto affascinato. Ha come vestito un sacco di iuta e siamo in pieno inverno. […] Lo invito a casa mia: mangiamo insieme e resto tutta la notte in piedi per parlare con lui. Non capisco bene quello che dice ma lo ascolto. Ho l’impressione di vivere per la prima volta. […] Gli chiedo dove abita e mi porta in una chiesetta mezza diroccata chiamata la Porziuncola. Senza pensarci troppo decido di vivere lì anch’io. […] Oggi ci hanno raggiunto altri tre fratelli: si chiamano Bernardo, Pietro ed Egidio. Li abbiamo sistemati tutti e tre dietro l’altare. […] Noi seguiamo Francesco, felici come non lo siamo mai stati nella vita. […]”
(fra Gaspare da Petrignano)

Anche noi abbiamo ci prefiggiamo questo grande traguardo, che fra Gaspare dice con chiarezza: seguiamo Francesco, felici come non lo siamo mai stati nella vita!

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